La processionaria del pino è una specie di insetto le cui larve sono note per i danni che possono causare a diverse conifere. Che caratteristiche ha questo insetto? In che periodo dell’anno si può trovare la larva? Quanto è pericolosa? Scopriamolo insieme in questo articolo.
La processionaria del pino, il cui nome scientifico è Thaumetopoea pityocampa, è una specie di farfalla diffusa in Europa, Asia e Africa settentrionale. Il nome comune di processionaria deriva dal fatto che le larve si muovono una in fila all’altra, andando a costituire una sorta di “processione”.
Immagine di processionaria del pino
Gli adulti sono delle falene di 3-4 cm, di colore marrone chiaro. Le ali sono dotate di striature più scure e hanno un’ampiezza di 5 cm. Gli adulti vivono pochissimo e si accoppiano appena dopo lo sfarfallamento. Le femmine depongono fino a 300 uova tra maggio ed agosto, e queste vengono ancorate alle foglie della pianta ospite. Le larve usciranno dalle uova dopo un mese. Le larve di processionaria sono in grado di cibarsi degli aghi delle conifere già da appena nate. Hanno un comportamento gregario e si spostano di ramo in ramo in gruppo. Per superare i mesi più freddi dell’inverno, tessono un bozzolo di seta in cui si riparano. Le larve maturano in un periodo compreso tra la fine di febbraio e l’inizio di aprile (a seconda delle condizioni climatiche), e compiono la discesa, in processione, dalla pianta su cui sono sviluppate, per impuparsi nel terreno. Una volta individuato un luogo adatto, le larve scavano nel terreno ad una profondità che varia da 5 a 20 cm, e costruiscono una crisalide in cui rimangono fino ad emergere come falene adulte tra maggio ed agosto.
E’ importante sottolineare che le larve effettuano la discesa dagli alberi verso il suolo solamente nel tardo inverno-inizio primavera, pertanto larve o bruchi pelosi che si rinvengono d’estate non sono assolutamente processionarie del pino, ma altri insetti!
Quali danni possono provocare?
Le larve di processionaria del pino rappresentano un importante insetto dannoso per le foreste di conifere. Le larve, essendo fitofaghe, si nutrono delle foglie delle piante che infestano. Se l’infestazione è causata da un gran numero di insetti, le piante possono venire defogliate completamente. La processionaria del pino, come suggerisce il nome, infesta preferenzialmente le conifere del genere Pinus. Le piante più infestate sono il pino nero e il pino silvestre. Occasionalmente le larve possono nutrirsi di cedri, abeti e larici.
Immagine di processionaria del pino
Oltre che per le piante, le larve di processionaria possono rappresentare un pericolo anche per l’uomo e per gli animali. Queste larve presentano infatti una peluria altamente urticante, usate come meccanismo difensivo. Se i peli entrano in contatto con la pelle, si può avere l’insorgenza di un eritema papuloso e pruriginoso, che dura qualche giorno. Se invece i peli raggiungono le mucose, gli occhi, la bocca o entrano nelle vie aree e digerenti, si possono scatenare le reazioni peggiori, che possono culminare i shock anafilattici in persone sensibili e/o allergiche.
Nei cani, invece, i peli possono portare a necrosi e gonfiore della lingua. In caso di gonfiore estremo, il passaggio d’aria è compromesso e il cane può soffocare.
Metodi di prevenzione
La prevenzione nei confronti di tale insetto risulta molto complessa ed in alcuni casi difficilmente applicabile. Si consiglia un monitoraggio costante delle conifere al fine di evidenziare la formazione di bozzoli sulla chioma e quindi intervenire tempestivamente.
Consigliamo sempre di affidarvi ad un’azienda professionale che tra i propri servizi di disinfestazione si occupa di gestire infestazioni di processionaria, per evitare la proliferazione dell’infestazione e la risoluzione nel problema.
Inoltre, si potrebbe pensare in alcune occasioni di trovarsi di fronte ad una processionaria del pino, quando invece non lo è. Capire le differenze tra ifantria americana e processionaria del pino è fondamentale, per capire correttamente come procedere con gli interventi di disinfestazione.
Metodi di controllo
Il controllo della processionaria del pino si può realizzare attraverso diverse modalità:
– Lotta chimica
La lotta chimica alla larva di processionaria del pino si focalizza sulle larve, contro cui possono venire somministrati larvicidi (es. Diflubenzuron). Gli interventi di lotta chimica hanno luogo in primavera.
– Lotta tramite feromoni
Appena prima dello sfarfallamento degli adulti possono essere installate delle trappole a feromoni. Queste trappole contengono un odore simile a quello emesso dalle femmine adulte di processionaria, che attira i maschi. Le trappole a feromoni vengono posizionate sui rami degli alberi infestati. In questo modo, può essere catturato un gran numero di esemplari.
– Lotta biologica
Attualmente la misura di contrasto più utilizzata, la lotta biologica alla processionaria si realizza tramite l’impiego del batterio Bacillus thuringiensis, della sottospecie kurstaki (Btk). Questo batterio agisce come un’insetticida biologico, producendo tossine che agiscono sui centri nervosi delle larve di processionaria. La diffusione del Btk non comporta rischi né per l’uomo né per la biodiversità dell’area trattata, in quanto il batterio è efficace solamente nei confronti di specifici insetti. Tale metodologia di lotta viene effettuata in autunno e in primavera ed è adatta ad aree estese.
– Lotta meccanica
I nidi delle processionarie possono essere rimossi meccanicamente per essere poi distrutti. La rimozione dei nidi delle larve viene eseguita asportando le parti di pianta in cui sono presenti i nidi, e viene eseguita in caso in cui le piante infestate siano poche. La lotta meccanica alla processionaria viene messa in atto prima che le larve siano uscite dal nido.
Un altro metodo di lotta meccanica alla processionaria consiste nell’utilizzo di trappole atte ad intercettare la “processione” di larve in discesa dall’albero. Queste trappole sono dette “collari” e vengono installate prima della discesa delle larve. Vengono posizionate molto aderenti al tronco per intercettare le processionarie in discesa, facendovi cadere al proprio interno le larve in “processione”.
Conclusioni
Biosistemi, per i propri servizi di disinfestazione, è in grado di fornire una corretta identificazione delle varie larve grazie ai suoi tecnici esperti. Essere in grado di identificare le larve di processionaria del pino permette un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. La corretta identificazione della processionaria del pino è cruciale per individuare i luoghi dove effettuare i trattamenti di disinfestazione e permettere così una risoluzione dell’infestazione. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.
I ratti di fogna, noti anche come pantegane, sono tra i roditori più comuni e problematici negli ambienti urbani. Questi animali non solo causano danni materiali, quali danni ad impianti elettrici e potenzialmente tubature, ma sono anche portatori di malattie, tema molto sensibile visti i rischi, rendendo essenziale la loro identificazione e il controllo efficace.
Il ratto di fogna gigante, scientificamente noto come Rattus norvegicus, è facilmente riconoscibile per le sue dimensioni imponenti, che possono raggiungere i 45 cm di lunghezza, coda inclusa. Il loro pelo è ruvido e di colore grigio-brunastro. Nonostante la loro vista non sia eccellente, compensano con un eccellente senso dell’udito e un olfatto sviluppato.
Un ratto di fogna adulto può misurare circa 20-25 cm di lunghezza dal muso alla base della coda, e la coda può aggiungere altri 15-20 cm alla lunghezza totale, portando la dimensione complessiva a circa 35-45 cm. Questi roditori possono pesare tra i 350 e i 500 grammi, anche se in alcune situazioni di abbondante disponibilità di cibo, possono raggiungere o superare i 700 grammi.
Le dimensioni possono variare a seconda di diversi fattori, inclusa l’abbondanza di risorse alimentari e le condizioni ambientali. Queste dimensioni rendono i ratti di fogna particolarmente robusti e capaci di sopravvivere in una varietà di ambienti urbani e rurali.
Inoltre è un abile scavatore grazie a zampe anteriori forti e denti robusti. Scava rapidamente tunnel intricati per proteggersi dai predatori, creare nidi sicuri e accedere al cibo. Questi tunnel garantiscono anche una mobilità nascosta e una regolazione termica ottimale. Le abilità di scavo consentono ai ratti di adattarsi a vari ambienti, rendendo difficile il controllo delle infestazioni. Per contrastarli, è essenziale eliminare fonti di cibo, sigillare ingressi potenziali e mantenere un monitoraggio costante delle aree a rischio.
Anche noto come “pantegana”, questo termine deriva dal latino “panteganus” e viene spesso usato per descrivere il ratto bruno o ratto di fogna, il cui nome scientifico è Rattus norvegicus. Tendono a moltiplicarsi in ambienti urbani e suburbani, spesso nelle reti fognarie, da cui il nome “ratti di fogna”.
I ratti di fogna prediligono ambienti umidi e bui, come i sistemi fognari e le cantine. Si adattano facilmente a vari ambienti, soprattutto quelli che offrono accesso costante a cibo e acqua. Non è raro trovare questi roditori nei pressi di discariche, magazzini alimentari e, a volte, nelle abitazioni. Inoltre, sono comuni nei centri urbani e suburbani dove vi sono abbondanti risorse alimentari e rifugi. Si insediano in cantine, garage, discariche, magazzini e qualsiasi luogo che possa fornire un riparo sicuro. Il tema delle risorse alimentari chiaramente è il fattore principale che orienta questi topi.
Questi animali sono notturni e tendono a stabilire un territorio che difenderanno aggressivamente. Un aspetto meno conosciuto è che possono arrampicarsi con abilità e nuotare, il che li rende avversari formidabili nel loro ambiente naturale.
Oltre ai danni materiali, i ratti di fogna sono vettori di diverse malattie, come la leptospirosi, la tularemia e il virus Hantavirus. È importante sottolineare che, sebbene rari, i morsi di questi roditori possono trasmettere infezioni e richiedono attenzione medica immediata.
Inoltre, molti individui provano un senso di disagio o paura sapendo che vivono o lavorano in aree infestate dai ratti e possono causare stigma sociale. Le infestazioni di ratti possono portare a stigma e imbarazzo, specialmente in ambienti residenziali e commerciali, rischiando, in caso di contesti aziendali e commerciali, di provocare un danno di immagine ed al brand dell’azienda.
Una domanda spesso chiesta è “i topi passano sotto le porte?”, in questo articolo rispondiamo a questa domanda.
Come Eliminare e Gestire i Ratti di Fogna
La gestione dei ratti di fogna giganti richiede un approccio strategico e integrato, comunemente noto come gestione integrata dei parassiti (IPM). Ecco alcuni metodi efficaci:
Prevenzione: Assicurarsi che l’ambiente non sia accogliente per i ratti è il primo passo. Ciò include sigillare qualsiasi accesso alle strutture ed eliminare fonti di cibo e acqua;
Trappole: L’uso di trappole è un metodo diretto per controllare la popolazione di ratti. Esistono vari tipi di trappole, dalle classiche trappole a scatto a trappole elettromeccaniche;
Rodenticidi: I rodenticidi sono efficaci ma devono essere usati con cautela e da professionisti del settore, seguendo tutte le regolamentazioni locali per evitare rischi per altri animali non target e per l’ambiente. L’utilizzo dei rodenticidi fa parte delle modalità di intervento di un servizio di derattizzazione professionale;
Consulenza professionale: A volte, l’infestazione può essere troppo grande o troppo rischiosa da gestire autonomamente. In questi casi, è consigliabile contattare un professionista del controllo dei parassiti, che può offrire soluzioni personalizzate e sicure.
Nel trattamento e controllo di infestazione di topi e ratti di fogna, consigliamo sempre di affidarsi a dei professionisti del settore del pest control, in grado di mitigare e risolvere tempestivamente la problematica.
I ratti di fogna rappresentano una minaccia significativa per la salute e la sicurezza nei nostri ambienti urbani. Riconoscere i segni di un’infestazione e intervenire prontamente con metodi di controllo efficaci, quali un intervento di derattizzazione, è essenziale per mantenere queste creature a bada. Affrontare il problema alla radice e mantenere un ambiente pulito e ordinato può ridurre drasticamente il rischio di future infestazioni. Nei condomini è importante rispettare le normative
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2023/02/rat-ge98d1698a_1920.jpg12781920Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-06-08 11:15:082024-06-08 11:16:44Ratto di fogna: Identificazione, Habitat e Metodi di Controllo
Se hai notato un ratto di colore scuro che si arrampica agilmente lungo la grondaia del tuo condominio, potrebbe trattarsi di un ratto dei tetti. Questi roditori, noti per la loro destrezza nell’arrampicarsi, possono rappresentare una seria minaccia anche agli edifici più alti. Nel nostro articolo odierno, esploreremo le caratteristiche distintive del ratto dei tetti, noto scientificamente come Rattus rattus, e discuteremo come riconoscerli e prevenirne l’infestazione. Dai grandi orecchie e muso appuntito, alla loro dieta preferenzialmente vegetale, questa specie di ratti sono creature affascinanti ma problematiche. Scopriremo come identificarli e quali strategie adottare per proteggere la tua casa o la tua azienda da questi indesiderati ospiti.
Quali sono le caratteristiche del ratto dei tetti?
Il ratto dei tetti è detto anche ratto nero, ratto comune o, scientificamente, come Rattus rattus (Linnaeus, 1758). I ratti dei tetti sono lunghi dai 15 ai 24 cm e arrivano a pesare massimo 350 grammi. I ratti dei tetti hanno grandi orecchie e il muso appuntito. Sono di colore nero, marrone o grigio. La coda è lunga più del corpo. Sono noti per la grande capacità nell’arrampicarsi, ponendosi dunque la domanda: i roditori e topi sono in grado di arrampicarsi?. Questa abilità è data dal fatto che i ratti dei tetti riescono a sfruttare le imperfezioni nelle superfici verticali per scalarle grazie ai lunghi artigli. Inoltre, la lunga coda dei ratti dei tetti li aiuta nel bilanciamento durante le operazioni di arrampicata. Il ratto dei tetti costruisce la propria tana in luoghi sopraelevati.
Questa specie di ratti è onnivora, con la predilezione però per i materiali di origine vegetale quali frutta, verdura e cereali.
Come si può riconoscere?
Il ratto dei tetti si può distinguere da altri roditori quali il ratto delle chiaviche o il topolino domestico per la lunga coda e le grandi orecchie. Inoltre, i suoi escrementi sono meno appuntiti rispetto a quelli del ratto delle chiaviche, più grandi rispetto a quelli del topolino domestico, e sono di forma ovale.
Si può riconoscere anche per le sue abitudini comportamentali: come già detto nell’articolo, ama occupare ambienti sopraelevati ed è un grande arrampicatore. Quindi, se si osservano dei ratti in alto oppure impegnati in difficili arrampicate, questi sono con tutta probabilità dei ratti dei tetti.
Che danni può causare?
Il ratto dei tetti riveste una notevole importanza economico-sanitaria. Questa specie di ratto può causare danni sia nel settore agricolo che in quello industriale.
Può nutrirsi delle derrate alimentari e dei frutti delle piante coltivate. Inoltre, il ratto dei tetti può trasmettere pericolose malattie agli animali da reddito degli allevamenti. Questo perché può nutrirsi del loro mangime, contaminandolo. Per ulteriori informazioni riguardo le malattie trasmesse da topi e ratti, clicca qui.
Come si può prevenire un’infestazione da ratto dei tetti?
Il ratto dei tetti è molto difficile da eliminare. Questa specie di ratto infatti predilige gli ambienti sopraelevati, e installare trappole in tali ambienti si rivela spesso una vera e propria sfida riservata a tecnici esperti.
Negli ambienti industriali per prima cosa occorre evitare che il ratto dei tetti possa avere accesso ai luoghi a rischio di infestazione. Occorre quindi mettere in sicurezza i punti deboli e chiudere porte, finestre e passaggi di corrugati. Si può anche procedere alla rimozione di rampicanti che il roditore può sfruttare per accedere ai luoghi posti in alto quali. Leggi l’articolo sul pest proofing del nostro blog per saperne di più.
Per quanto riguarda gli ambienti condominiali e privati si consiglia di effettuare un monitoraggio costante degli ambienti, di gestire al meglio i rifiuti urbani mediante l’utilizzo di bidoni e una buona manutenzione del verde (piante a ridosso degli edifici che permettono agili risalite). Per maggiori informazioni sulle normative della derattizzazione nell’ambiente condominiale, vi invitiamo a leggere questo articolo.
Conclusioni
Il servizio di derattizzazione è la soluzione ideale per affrontare le varie specie di topi e ratti in azienda, condomini o aree private. Si consiglia di affidarsi a professionisti della disinfestazione e derattizzazione come Biosistemi per risolvere queste problematiche. Per ulteriori informazioni, siamo a disposizione per risolvere qualsiasi problema nel campo della derattizzazione per assicurare il miglior servizio possibile, nel rispetto delle persone e dell’ambiente.
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2023/02/rat-gd56fd5571_1920.jpg12081920Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-05-25 09:53:062024-07-13 08:16:31Ratto dei tetti: caratteristiche e metodi di controllo
Le formiche non hanno bisogno di presentazioni: sono piccole, numerose e si trovano praticamente in ogni ambiente, che sia urbano o naturale. Questi insetti formano colonie di migliaia di individui, guidate da una regina. Grandi predatrici, le formiche sono dotate di potenti mandibole.
Alcune formiche possono entrare nelle nostre abitazioni e stabilire le proprie colonie all’interno di strutture in legno. I fori creati con le potenti mandibole causano danni ai tetti, compromettendone l’integrità. Vediamo insieme in questo articolo quali formiche possono infestare e causare danni alle strutture in legno, e come prevenire e risolvere un’eventuale infestazione.
Le formiche che rappresentano una minaccia per i tetti sono Crematogaster scutellaris, e Lasius niger. Le formiche della specie Crematogaster scutellaris hanno una testa di colore rosso, il corpo nero e un addome cuoriforme. Le operaie sono lunghe 4-6 mm, mentre la regina arriva fino a 9 mm. Sono comunemente chiamate “formiche acrobate”.
Segni di formiche nel sottotetto
Le formiche della specie Lasius niger sono invece completamente nere e l’addome è ovale. Le operaie sono lunghe 3-5 mm, mentre la regina arriva fino a 9 mm. Sono dette anche “formiche dei giardini”. Questa specie di formiche fa parte delle formiche più comuni in italia, e sono facilmente rinvenibili in condomini, aziende e case private.
Che danni possono causare le formiche al mio tetto in legno?
Sia Crematogaster scutellaris che Lasius niger possono formare colonie in tetti e travi di legno. Così facendo, le formiche scaveranno gallerie nel legno, erodendo le strutture infestate, come ad esempio i materiali di coibentazione dei tetti. Questa attività può portare alla caduta sul pavimento di sfarinature provenienti dai materiali erosi. Le sfarinature possono però trarre in inganno, perché sono un segno tipico anche di un’infestazione da tarlo. Per saperne di più su quest’altro infestante, leggi questo articolo sul nostro blog.
Sicuramente bisogna rivolgersi ad un disinfestatore professionista! Le infestazioni di formiche del legno sono molto difficili da debellare, e la messa in atto di metodi “fatti in casa” si rivelerà inutile, se non addirittura dannosa. Per risolvere un’infestazione di formiche del legno il tecnico disinfestatore effettua l’intervento sia all’interno che all’esterno dell’area infestata. Il tecnico si avvale di diverse tecniche in funzione della struttura del tetto e delle formiche oggetto del trattamento. L’operatore potrà utilizzare trappole adesive dotate di esche alimentari, gel alimentari addizionati a principi attivi (atossici) e insetticidi da contatto. Per un servizio di disinfestazione per formiche vi consigliamo sempre di affidarvi a dei professionisti.
Formiche nel sottotetto
Interventi esclusivamente interni e/o esterni vanno ad intercettare solamente una porzione della colonia. Proprio per questo è importante valutare lo stato dell’infestazione, il percorso delle formiche e la presenza di ulteriori colonie satelliti. La conoscenza e la comprensione dell’etologia delle formiche è centrale per la buona riuscita delle operazioni di disinfestazione formiche. L’utilizzo di prodotti professionali, utilizzati correttamente da esperti permette una protezione duratura e una risoluzione dell’infestazione presente.
Biosistemi si avvale esclusivamente di tecnici esperti per i suoi servizi di disinfestazione, garantendo una corretta identificazione delle diverse specie di formiche. La capacità di identificare accuratamente le specie di formiche consente di adottare un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. È cruciale riconoscere i segni di un’infestazione da formiche in casa e distinguerli da quelli di altre specie infestanti. Ad esempio, come discusso nell’articolo, l’erosione del legno causata dalle formiche può essere facilmente confusa con i segni di un’infestazione da tarlo. I tecnici di Biosistemi sono in grado di assisterti nella prevenzione e nella risoluzione di eventuali infestazioni di formiche del legno, come quelle delle specie Crematogaster e Lasius.
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2024/05/WhatsApp-Image-2024-05-18-at-11.25.38-e1716621128841.jpeg8871536Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-05-25 08:15:092024-05-25 08:15:09Formiche del legno: danni e disinfestazione
Le zanzare rappresentano sicuramente uno dei principali bersagli affrontati da Biosistemi durante le operazioni di disinfestazione. Le femmine si nutrono di sangue e attraverso le loro punture possono trasmettere all’uomo e agli animali domestici diversi microrganismi capaci di causare malattie anche gravi. Nel mondo si contano circa 3500 specie di zanzare, 70 delle quali sono presenti in Italia. Le femmine di zanzara depongono le uova in acqua dopo aver effettuato un pasto di sangue pungendo un vertebrato. I maschi si cibano invece di nettare. Le larve sono acquatiche e possono sopravvivere in raccolte di acqua anche molto piccole. Per prevenire un’infestazione durante il periodo estivo o per risolvere un’infestazione già in atto, proponiamo il nostro servizio di disinfestazione zanzare, atto a risolvere la problematica.
Ma quali sono queste specie di zanzare? Pungono tutte gli esseri umani? Sono in grado di trasmettere malattie? Possono trasmettere la Dengue? Ci sono zanzare invasive? Scopriamolo insieme in questo articolo, dove vedremo insieme i tipi di zanzara più comuni e più facili da incontrare in Italia.
La maggior parte dei tipi di zanzara diffusi in Italia è presente naturalmente nel nostro paese. Queste zanzare vengono dette quindi autoctone.
Zanzara comune – Culex pipiens
La zanzara comune è nota a livello scientifico come Culex pipiens. Questo tipo di zanzara è di piccole dimensioni ed è di colore marrone chiaro. La zanzara comune non ha ornamentazioni sul torace, mentre sui segmenti addominali mostra delle bande gialle. Un’altra caratteristica importante per riconoscere questo tipo di zanzara è l’addome, che termina con una forma arrotondata. La zanzara comune è nativa del nostro paese, e non è quindi invasiva come ad esempio le zanzare tigre del genere Aedes. E’ in grado di deporre le uova e completare il proprio ciclo di sviluppo all’interno di ogni fonte d’acqua, sia pulita che inquinata. La particolarità di questo tipo di zanzara è quello di deporre le uova a formare una caratteristica “zattera”.
Femmina di Culex pipiens – Foto di Anders Lindström
Questo tipo di zanzara esiste in due forme: Culex pipiens pipiens e Culex pipiens molestus. La zanzara comune nella forma C. p. pipiens è diffusa principalmente in ambienti rurali, punge gli uccelli e riesce a sopravvivere d’inverno all’esterno degli edifici. La forma C. p. molestus è invece legata agli ambienti umani e di sera e di notte punge le persone e altri animali, tipicamente mammiferi. Non riesce a sopravvivere all’inverno stando all’aperto e sverna rifugiandosi al chiuso, tipicamente all’interno delle abitazioni (leggi il nostro articolo su dove si trovano le zanzare in casa). La zanzara comune è in grado di trasmettere il virus West Nile.
Zanzare del genere Culiseta – Culiseta annulata e Culiseta longiareolata
In Italia, le zanzare del genere Culiseta appartengono a due specie, Culiseta annulata e Culiseta longiareolata. Questi tipi di zanzara sono di grandi dimensioni e di colore marrone scuro. Si riproducono in acque stagnanti e in contenitori artificiali pieni d’acqua. Preferiscono raccolte d’acqua caratterizzate dalla presenza di materia organica. Le larve di entrambe le specie presenti in Italia riescono a sopravvivere in acque inquinate e anche salate.
Femmina di Culiseta annulata – Foto di Anders Lindström
Entrambe le specie si nutrono del sangue di uccelli. Culiseta annulata preferisce cibarsi del sangue umano e può pungere sia all’interno di edifici che all’aperto, mentre Culiseta longiareolata punge l’uomo solo raramente e non entra all’interno delle abitazioni. Culiseta longiareolata è in grado di trasmettere numerose specie di plasmodi aviari, responsabili della malaria degli uccelli ed innocui per l’uomo.
Zanzara anofele – varie specie del genere Anopheles
Per zanzare anofele si intendono le specie di zanzara appartenenti al genere Anopheles. Alcuni tipi di zanzara appartenenti a questo gruppo sono molto importanti in quanto sono in grado di trasmettere la malaria. Le zanzare di questo tipo sono naturalmente presenti in Italia, e per questo motivo la malaria era presente nel nostro paese in passato. L’Italia è stata dichiarata libero da malaria nel 1970 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Diverse specie di zanzara anofele sono presenti in Italia, e sono di difficile distinzione tra loro.
Femmina di Anopheles plumbeus – Foto di Anders Lindström
Tutte le zanzare anofele si riconoscono però dagli altri tipi di zanzara guardando l’apparato boccale. Queste zanzare hanno infatti i palpi della stessa lunghezza della proboscide. Nelle altre zanzare i palpi sono notevolmente più corti della proboscide. Le specie di zanzara anofele presenti in Italia sono tutte di colore scuro e sono dotate di lunghe zampe. Hanno inoltre delle macchie scure sulle ali. Questo tipo di zanzara depone le uova in stagni, paludi, cavità di alberi piene d’acqua e contenitori artificiali con ristagni d’acqua.
Altre zanzare
Le specie di zanzare sopracitate sono le più comuni e le più importanti dal punto di vista igienico-sanitario tra quelle presenti nel nostro paese. Ce ne sono però tanti altri tipi; infatti, in Italia si possono trovare circa 70 specie di zanzare, tra cui:
Aedes caspius, detta in alcune zone zanzara delle risaie, è comune in paludi costiere, stagni, praterie allagate e risaie. Sopporta anche vari gradi di salinità. Specie molto aggressiva, le femmine pungono principalmente all’aperto sia di giorno che di notte, arrecando grande fastidio alle persone e agli animali domestici. Gli adulti sono attivi fino all’inizio dell’autunno (per una corretta disinfestazione è necessario utilizzare dei trattamenti adulticidi). Aedes vexans è simile ad Aedes caspius, ma preferisce le acque dolci e gli adulti calano in numero più rapidamente man mano che avanza l’estate. Questo tipo di zanzara è detto anche zanzara alluvionale in alcune parti d’Italia;
Uranotaenia unguiculata è una specie di zanzara molto piccola specializzata nel nutrirsi del sangue degli anfibi, come le rane. Si riproduce ed è presente in ambienti come fossati, sponde di laghi e corpi d’acqua stagnanti caratterizzati da ricca vegetazione acquatica;
Orthopodomyia pulcripalpis è un tipo di zanzara che si trova nelle foreste. Le larve si sviluppano in cavità in tronchi ricche di acqua. Questa specie punge principalmente gli uccelli e solo raramente l’uomo;
Coquillettidia richiardii è una tipologia di zanzara che punge i mammiferi, ma anche gli uccelli e gli anfibi. Le larve riescono a respirare sott’acqua attaccando il sifone respiratorio alle radici delle piante acquatiche. Questo tipo di zanzara vive vicino a corpi d’acqua permanenti come paludi, laghi, e letti dei fiumi. E’ da considerare rara in Italia.
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Zanzare invasive
Alcuni tipi di zanzara che prima non si trovavano originariamente nel nostro paese sono stati introdotti in Italia da altri paesi. Queste zanzare sono dette invasive.
Zanzara tigre – Aedes albopictus
La zanzara tigre si chiama così per via delle striature bianche che spiccano in modo vistoso dal corpo di colore nero. Questa caratteristica è evidenziata anche dal nome scientifico di questo tipo di zanzara, ovvero Aedes albopictus (dove “albo” significa bianco e “pictus” significa dipinto). La zanzara tigre è di medie dimensioni e ha una linea argentea che scorre in mezzo al torace. Inoltre, la punta dell’addome non è arrotondata come nella zanzara comune.
Questo tipo di zanzara è originario delle foreste tropicali dell’Asia, e pertanto è invasivo nel nostro paese. Ha colonizzato tutti i continenti attraverso il trasporto di copertoni e contenitori di piante contenenti ristagni d’acqua. E’ arrivata in Italia, precisamente a Genova, nel 1990 tramite dei copertoni usati, contenenti ristagni d’acqua utili alla sopravvivenza delle larve. Questa zanzara è in grado di sfruttare le più piccole raccolte d’acqua per deporre le proprie uova, che riescono anche a sopportare temperature relativamente basse.
Femmina di Aedes albopictus – Foto di Anders Lindström
La zanzara tigre si nutre del sangue di esseri umani, animali domestici, mammiferi selvatici, anfibi e rettili. Essendo attiva e pungendo principalmente di giorno, questo tipo di zanzara può risultare particolarmente fastidiosa. La zanzara tigre vive principalmente nelle zone urbane, ed è diffusa in pianta stabile praticamente in ogni parte del nostro paese. Questo tipo di zanzara è in grado di trasmettere il virus Dengue, e 80 casi autoctoni si sono verificati in Italia nel 2023. Abbiamo trattato l’argomento Dengue in Italia in questo articolosul nostro blog. Considerando le caratteristiche della zanzara tigre, questo tipo di zanzara è sicuramente tra le specie più importanti dal punto di vista igienico-sanitario.
Zanzara coreana – Aedes koreicus
La zanzara coreana Aedes koreicus, come suggerisce sia il nome comune che quello scientifico, è diffusa in Corea del Sud. E’ naturalmente presente anche in Giappone, Cina e Russia orientale. Questo tipo di zanzara è stato rinvenuto per la prima volta al di fuori della propria regione di origine nel 2008, in Belgio. Nel 2011 è stata trovata per la prima volta in Italia, in provincia di Belluno. Ad oggi è stata rilevata in quasi tutte le province del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, nelle province di Bergamo, Sondrio e Como e in Liguria. Altri paesi europei dove la zanzara coreana si è diffusa sono Germania, Slovenia e Ungheria. Questo tipo di zanzara è arrivata in Europa tramite i commerci internazionali. Questo tipo di zanzara è grossolanamente simile alla zanzara tigre, ma si differenzia da questa per via delle maggiori dimensioni, e la presenza di linee giallastre sulla parte dorsale del torace. La zanzara coreana è molto simile alla zanzara giapponese (descritta sotto), ma ha una caratteristica macchia bianca nella parte finale delle zampe che la differenzia da quest’ultima.
Femmina di Aedes koreicus – Foto di Anders Lindström
Rispetto alla zanzara tigre, la zanzara coreana sopporta meglio le basse temperature. Le uova rimangono dormienti durante l’inverno e si schiudono in primavera. Vengono deposte in fonti d’acqua naturali (ad esempio cavità di alberi piene d’acqua) o artificiali (come ad esempio stagni in giardini e contenitori con acqua). La zanzara coreana è in grado di trasmettere il virus dell’encefalite giapponese e il nematode Dirofilaria immitis. E’ inoltre un vettore, seppur poco efficace, del virus Chikungunya. Per quanto riguarda il ruolo di questo tipo di zanzara nella trasmissione del virus Dengue, sono necessari ulteriori studi.
Zanzara giapponese – Aedes japonicus
Come per la zanzara coreana, anche per la zanzara giapponese il nome tradisce un’origine molto chiara. Questo tipo di zanzara, chiamata nell’ambiente scientifico Aedes japonicus è infatti presente in Giappone. Si può trovare naturalmente anche in Cina, Corea, Taiwan, e Russia meridionale. Questo tipo di zanzara è simile alla zanzara coreana, da cui si differenzia solo per l’assenza di macchie bianche sulla parte terminale delle zampe. La zanzara giapponese si riproduce in cavità di alberi o in bambù con acqua all’interno. Nei paesi in cui è stata introdotta riesce a riprodursi anche in contenitori artificiali contenenti acqua.
Femmina di Aedes japonicus – Foto di Anders Lindström
Questa specie di zanzara è considerata la terza più invasiva al mondo, dopo la Aedes aegypti (non presente in Italia)e la zanzara tigre. Una delle ragioni del successo di questo tipo di zanzara nel colonizzare nuovi territori è la resistenza al freddo. Infatti questa specie supera i freddi e nevosi inverni del Giappone settentrionale, suo areale di origine. La zanzara giapponese supera l’inverno come uova o come larva. Le uova superano l’inverno a basse temperature, mentre le larve normalmente non riescono a resistere a temperature più basse di 10 gradi. Alcune larve sono state però rinvenute a 1500 m di altitudine, in zone dove le temperature scendono fino a -18 gradi.
Negli ultimi anni questo tipo di zanzara si è diffuso in tutto il Nord America, e in Europa è stata segnalata per la prima volta in Francia, nel 2000. Si è diffusa nel mondo tramite i commerci internazionali. Ad oggi è presente in Olanda, Belgio, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Slovenia e Austria. Proprio dall’Austria è giunta in Italia, dove è diffusa in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia. Sembra però che stia ampliando il proprio areale, e probabilmente verrà rinvenuta in altre zone del nostro paese. Questo tipo di zanzara è attivo di giorno e punge l’uomo e altri mammiferi. E’ in grado di trasmettere il virus responsabili di West Nile, Dengue, e Chikungunya.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto che in Italia sono presenti circa una settantina di specie di zanzara, raggruppate in sette generi. Determinati tipi di zanzara possono sopravvivere e perfino prosperare in ambienti umani, utilizzando anche le più piccole pozze d’acqua per la loro riproduzione. Altre specie invece sono maggiormente legate agli ambienti rurali e naturali. Alcuni tipi di zanzara, come ad esempio la zanzara tigre, possono essere vettori di importanti malattie. E’ quindi molto importante monitorare la presenza e la diffusione di queste zanzare.
Nel caso di infestazioni particolarmente intense, è consigliabile richiedere l’intervento di un professionista disinfestatore. Biosistemi impiega esclusivamente tecnici qualificati per i servizi di disinfestazione, capaci di effettuare una corretta identificazione delle diverse specie di zanzare. Questa capacità di identificazione consente un approccio sostenibile, efficace e igienicamente sicuro. Per ulteriori informazioni sulle nostre attività di disinfestazione, ti invitiamo a consultare questo articolo.
Fonti utilizzate per la stesura di questo articolo
Reverse identification key for mosquito species – liberamente scaricabile a https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/reverse-identification-key-mosquito-species;
Fotografie di Anders Lindström – National Veterinary Institute/SVA – prese da Reverse identification key for mosquito species;
Istituto Superiore di Sanità – Zanzare in Italia: raccolta, identificazione e conservazione delle specie più comuni. Francesco Severini, Luciano Toma, Marco Di Luca. 2022, ii, 111 p. Rapporti ISTISAN 22/3;
Questo articolo nasce dalla collaborazione con Alessandro Alvaro, Studente di Dottorato in Scienze Ambientali presso l’Università degli Studi di Milano.
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2024/03/Screenshot-2024-03-30-alle-10.58.27.png6601218Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-03-30 12:02:312024-04-13 10:24:18Zanzare in Italia: guida completa a tipi e specie
Le zanzare sono sicuramente tra gli insetti affrontiamo di più durante i servizi di disinfestazione. Le femmine si nutrono di sangue e con la propria puntura possono trasmettere all’uomo e agli animali domestici numerosi microrganismi in grado di causare malattie anche gravi. Le zone urbane sono un ottimo luogo per lo sviluppo delle zanzare, che vivono stabilmente insieme a noi. In questo articolo approfondiamo insieme le caratteristiche comuni a tutti i tipi di zanzare. Inoltre, vediamo dove si possono trovare nelle nostre abitazioni e come si possono controllare.
Le zanzare sono piccoli insetti volanti. Appartengono all’ordine dei ditteri, come le mosche, in quanto hanno due ali membranose. Nel mondo ci sono circa 3500 specie di zanzare, tutte raccolte nella famiglia dei Culicidi.
Le zanzare sono insetti di piccole dimensioni e sono lunghe in genere 3-9 mm. Le zanzare femmina hanno un apparato boccale estremamente specializzato che consente loro di pungere l’uomo e gli animali per prelevarne il sangue. Il sangue serve alle zanzare femmina per permettere la maturazione delle uova. Questo rende le zanzare molto pericolose per la salute di uomo e animali, in quanto durante la puntura possono venire trasmessi numerosi microrganismi patogeni. I maschi di zanzara si nutrono invece di nettare.
Tutti i tipi di zanzare si sviluppano seguendo lo stesso ciclo vitale. Il ciclo comprende larva, pupa ed adulto. Le uova vengono deposte dalle femmine di zanzara in ambienti acquatici. Dalle uova schiudono le larve, che sono completamente acquatiche e si nutrono filtrando materia organica sospesa nell’acqua. Le larve di zanzara respirano tramite un sifone collegato all’aria sopra la superficie dello specchio d’acqua in cui vivono.
Una volta completato lo stadio larvale, le zanzare diventano pupe e dopo poco tempo adulti alati, che finalmente escono dall’acqua. L’intero ciclo vitale dura generalmente 10-12 giorni, ma la durata è variabile.
Scopri il nostro servizio di disinfestazione zanzare per risolvere e prevenire infestazioni da zanzare.
In Italia sono presenti circa 70 specie di zanzare. La maggior parte dei tipi di zanzara è però legata all’ambiente naturale. Le zanzare in casa, di solito, sono di due tipi: la zanzara comune (nome scientifico Culex pipiens) e la zanzara tigre (nome scientifico Aedes albopictus). Entrambi i tipi di zanzara pungono l’uomo e gli animali e possono risultare molto fastidiose, oltre che pericolose vista la possibilità di trasmettere microrganismi patogeni. La zanzara comune è in grado di trasmettere il virus West Nile, mentre la zanzara tigre è in grado di trasmettere il virus Dengue.
Nel 2023 si sono verificati circa 80 casi autoctoni di Dengue nel nostro Paese. Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla malattia Dengue sul nostro blog.
Immagine di puntura di zanzara (Immagine da: Foto di icon0 com: https://www.pexels.com/it-it/foto/animale-nero-insetto-macro-169357/)
Le zanzare comuni sono attive principalmente di sera e di notte, mentre le zanzare tigre lo sono di giorno. Sia la zanzara comune che la zanzara tigre necessitano di acqua per deporre le proprie uova, da cui schiuderanno le larve. Le zanzare amano deporre le proprie uova in raccolte d’acqua stagnante, sia piccole che grandi. Queste si possono trovare virtualmente in qualsiasi luogo dove l’acqua si può accumulare. Ad esempio:
sottovasi;
vasi con all’interno talee di piante;
pneumatici lasciati all’aperto;
barili, recipienti, e barattoli lasciati all’aperto;
annaffiatoi lasciati pieni;
teli di plastica su cui ha piovuto e si sono create pozze d’acqua;
grondaie;
cisterne di raccolta di acqua piovana;
oggetti con all’interno acqua in bagni e lavanderie;
ciotole di animali domestici;
stagni ornamentali senza predatori di zanzare;
pozzetti e tombini
Se queste raccolte d’acqua sono presenti nella nostra casa, nel nostro orto o nel nostro giardino, entrambi i tipi di zanzare sopracitate in grado di riprodursi e vivere in pianta stabile insieme a noi.
Zanzare in casa: metodi di prevenzione e controllo
Per limitare la presenza delle zanzare ed evitare che possano così pungere persone o animali, occorre mettere in atto alcuni accorgimenti. Come abbiamo visto in precedenza, i ristagni d’acqua sono fondamentali per lo sviluppo e la diffusione di tutti i tipi di zanzare. Bisogna eliminare i ristagni presenti, ad esempio svuotando i recipienti pieni d’acqua oppure pulendo le grondaie e altre strutture che possono accumulare l’acqua. Particolare attenzione va riservata ai sottovasi: in seguito allo svuotamento, vanno grattati con una spugna abrasiva per eliminare le uova eventualmente presenti.
Ci sono situazioni dove però l’acqua stagnante non può essere eliminata: si possono comunque mettere in atto misure per limitare la diffusione delle zanzare eventualmente presenti. Ad esempio, si possono aggiungere dei pesci negli stagni ornamentali. I pesci rossi sono ottimi predatori delle larve di tutti i tipi di zanzara e possono tenere gli stagni liberi da esse. Nel caso invece di pozzetti o tombini, si possono utilizzare prodotti larvicidi per uccidere le larve di zanzara presenti. Ci sono però casi in cui è necessario richiedere l’intervento del tecnico disinfestatore. In caso di intervento, i tecnici di Biosistemi ricorrono ad insetticidi specifici ed a basso impatto ambientale, sia per le persone che per i nostri animali domestici. Gli insetticidi impiegati possono essere adulticidi che larvicidi. Oltre che con i prodotti chimici, i vari tipi di zanzara possono essere combattute tramite mezzi di lotta biologici quali trappole a feromoni, preparati di microrganismi e insetti utili.
Per limitare le punture di zanzare esistono diversi modi. Per evitare che le zanzare entrino in casa il metodi di difesa più efficace è rappresentato dalle zanzariere a maglia fine. Inoltre, i repellenti possono essere d’aiuto per diminuire le possibilità di venire punti. Le zanzare localizzano le proprie principalmente vittime grazie all’olfatto, e i repellenti vanno ad interferire con i sensori olfattivi delle zanzare. In zone dove la zanzara tigre è presente, è utile indossare indumenti chiari perché risultano meno attrattivi.
Come abbiamo visto, le zanzare possono sopravvivere e addirittura prosperare negli ambienti umani sfruttando anche le più piccole raccolte di acqua per riprodursi. Limitare gli accumuli d’acqua è quindi fondamentale per limitare la presenza delle zanzare nelle nostre case. Gli accorgimenti e le misure di controllo che abbiamo visto in questo articolo vanno messe in atto costantemente e da tutta la cittadinanza per essere efficaci.
In caso di infestazioni particolarmente pesanti, invece, è opportuno richiedere l’intervento di un tecnico disinfestatore. Per i servizi di disinfestazione, Biosistemi si avvale solo di tecnici esperti, in gradi di fornire una corretta identificazione dei vari tipi di zanzara. Essere in grado di identificare i vari tipi di zanzara permette un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2024/03/pexels-icon-com-169357.jpg16752168Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-03-16 12:07:592024-04-13 10:26:20Dove si trovano le zanzare in casa?
La Dengue è una malattia causata da un virus ed è tipica delle zone tropicali e subtropicali del nostro pianeta. Questo virus viene trasmesso agli esseri umani dalla puntura di zanzare infette appartenenti al genere Aedes. In Europa la malattia si manifesta in persone che ritornano da zone dove la malattia è presente, come ad esempio America del sud, Africa e sud-est asiatico. In questi luoghi, le persone contraggono il virus in seguito alla puntura di una zanzara infetta, come ad esempio Aedes aegypti. Negli ultimi anni, però, sporadici casi di Dengue si sono verificati in persone che non si erano spostate dall’Europa. Questi casi di Dengue, definiti autoctoni, si sono verificati anche in Italia. Come è stato possibile? Esiste un rischio di ammalarsi in Italia? Scopriamolo insieme in questo articolo.
La Dengue è una malattia infettiva tropicale causata da un virus del genere Flavivirus. Il nome probabilmente deriva dallo Swahili “dinga”, che significa “crampo”. La malattia è anche nota con il nome di “febbre spacca ossa” a causa dei forti dolori che provoca agli apparati muscolare e scheletrico. La Dengue è per importanza seconda solo alla malaria nelle malattie tropicali, e si stima che negli ultimi 50 anni la sua incidenza sia aumentata di 30 volte. In un anno si verificano dai 50 ai 100 milioni di casi di Dengue nel mondo, principalmente nei Paesi tropicali. Si stima che le persone a rischio di contrarre la Dengue nel mondo siano 3,9 miliardi, in 128 Paesi. Una forte epidemia di questa malattia si è verificata in Brasile tra fine 2023 e inizio 2024.
Normalmente, questa malattia è caratterizzata da dolori articolari, mal di testa, febbre alta ed eruzioni cutanee. I sintomi si manifestano generalmente in seguito a 4-7 giorni dalla puntura di una zanzara infetta. Esistono anche rari casi in cui si verifica un collasso circolatorio che può portare il paziente alla morte. Questa forma grave di Dengue è definita emorragica. Infine, nel 40-80% dei casi si possono avere forme asintomatiche o subcliniche, quindi senza sintomi o con sintomi lievi.
Non esiste un trattamento specifico per la Dengue, e la terapia è basata sulla somministrazione di antipiretici ed antinfiammatori. La prevenzione è basata sull’utilizzo di zanzariere e repellenti per non entrare in contatto con le zanzare. Esiste inoltre anche un vaccino, approvato da poco dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco).
Dopo il contagio, il virus della Dengue rimane per qualche giorno all’interno del sangue degli esseri umani. Se in questo periodo una zanzara Aedes aegypti punge una persona infetta, può infettarsi a sua volta e propagare l’infezione pungendo altri esseri umani. Le persone infette nella forma asintomatica rendono così “disponibile” il virus alle zanzare presenti nell’ambiente.
Il virus viene trasmesso alle persone in seguito alla puntura di una zanzara, tipicamente della specie Aedes aegypti. Questo tipo di zanzara è assente nella maggior parte dell’Europa e totalmente assente in Italia. Il virus Dengue può però anche essere trasmesso agli essere umani in seguito alla puntura di una zanzara tigre infetta. Questo tipo di zanzara, il cui nome scientifico è Aedes albopictus, è invece presente quasi ovunque in Italia. E’ stato infatti questo tipo di zanzara il responsabile dei casi autoctoni di Dengue che si sono verificati in Eruopa, Italia inclusa, negli ultimi anni, che hanno portato alla puntura zanzara infezione che più si teme. Recuperare un campione di sangue può confermare la presenza di questa malattia nel corpo umano, tramite analisi di laboratorio.
La zanzara tigre è un vettore competente per il virus della Dengue. In altre parole, questo tipo di zanzara è in grado di trasmettere efficacemente il virus. La trasmissione agli esseri umani avviene in seguito ad una puntura di una zanzara tigre infetta dal virus. La zanzara tigre è un tipo di zanzara originario del sud-est asiatico, che si è diffuso in Italia dagli anni ‘90 del secolo scorso. Questo tipo di zanzara è arrivato nel nostro Paese attraverso carichi di copertoni usati, contenenti ristagni d’acqua utili alla sopravvivenza delle larve, entrando nell’elenco delle zanzare più comuni in Italia. Le larve di questo tipo di zanzara sono in grado di sfruttare anche le più piccole raccolte d’acqua per svilupparsi, rendendo necessari dei trattamenti adulticidi per poter bloccare o prevenire delle infestazioni.
Immagine di Zanzara Tigre (Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/zanzara-bianca-nera-86722/)
Questa caratteristica ha reso la zanzara tigre una specie di zanzara in grado di diffondersi velocemente in nuovi ambienti. Oggi la zanzara tigre è presente praticamente in tutta Italia e non è possibile da eradicare. Questo tipo di zanzara è ormai da considerare a tutti gli effetti una zanzara autoctona. La zanzara tigre deve il proprio nome alle striature bianche sul corpo nero. Questa specie di zanzara è molto aggressiva e punge prontamente gli esseri umani, soprattutto all’aperto. E’ perfettamente adattata agli ambienti urbani ed è attiva di giorno. Questa caratteristica rende la zanzara tigre un tipo di zanzara particolarmente fastidioso e pericoloso.
Per evitare rischi e fastidi causati dalle zanzare, scopri il nostro servizio professionale di disinfestazione zanzare.
Normalmente i casi di Dengue che si verificano in Italia sono “di importazione”. Per caso di importazione si fa riferimento ad un paziente che ha contratto la malattia in un Paese dove questa è presente, ma che ha iniziato ad accusarne i sintomi nel proprio Paese di origine. In Italia è tipicamente associata a viaggiatori di ritorno da zone tropicali.
Dal 2020, però, ci sono stati almeno cinque focolai autoctoni di Dengue, che hanno portato a 82 casi confermati della malattia. In altre parole, alcune zanzare tigre italiane si sono infettate pungendo persone infette, che avevano acquisito il virus in zone dove questo è naturalmente circolante. Le zanzare infette hanno poi diffuso l’infezione e generato i focolai in Italia.
Nell’Agosto del 2020, 10 casi si sono verificati in Veneto nel comune di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza. Nel 2023, dalla fine di Luglio fino a Novembre, tre zone sono state interessate da casi autoctoni. A Lodi si sono verificati 41 casi, a Roma 38 casi, ad Anzio (in provincia di Roma) un caso e a Latina due casi. Tutti questi focolai non erano collegati tra loro. Ciò significa che la trasmissione del virus è avvenuta in modo indipendente in ognuna delle località citate.
E’ importante precisare che i casi autoctoni di Dengue nel nostro Paese si sono verificati in circostanze particolari. Nelle località in cui si sono verificati i focolai, erano presenti condizioni ambientali molto favorevoli per le zanzare tigre, e queste erano presenti ad alta densità.
Le zanzare sono insetti fastidiosi che, come abbiamo visto nell’articolo, possono anche rivelarsi pericolose. Approfondire le malattie delle zanzare risulta fondamentale per prevenire rischi ed infestazioni.
Tra le varie e numerose specie di insetti che Biosistemi affronta durante le pratiche di disinfestazione c’è anche la zanzara tigre, nota come Aedes albopictus. Questo tipo di zanzara, oltre ad essere particolarmente aggressiva nel pungere gli esseri umani, può anche trasmettere malattie pericolose come la Dengue.
In questo articolo abbiamo visto come la trasmissione possa avvenire anche in zanzare tigre italiane. I casi in Italia sono per la quasi totalità di importazione. Le trasmissioni autoctone del virus possono però avvenire in aree in cui la zanzara tigre incontra condizioni molto favorevoli e può raggiungere alte densità.
E’ quindi importante mantenere sotto controllo le popolazioni di questo tipo di zanzara. Per i servizi di disinfestazione, Biosistemi si avvale solo di tecnici esperti, in gradi di realizzare efficacemente interventi caratterizzati da un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario, rimuovendo i ristagni che portano alla deposizione delle uova delle zanzare. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività e servizi di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.
Ulteriori risorse:
Le informazioni riguardanti i casi autoctoni di Dengue sono state recuperate dal sito web dell’ European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Le informazioni sono consultabili al seguente link:
Questo articolo nasce dalla collaborazione con Alessandro Alvaro, Studente di Dottorato in Scienze Ambientali presso l’Università degli Studi di Milano.
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2024/03/pexels-pixabay-86722-scaled.jpg16952560Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-03-16 10:35:092024-04-06 11:12:40Zanzara Tigre e Dengue: esiste un rischio in Italia?
Nell’ambito della disinfestazione e del controllo dei roditori, la presenza di feci di topo negli ambienti abitativi e lavorativi rappresenta un segnale d’allarme che non deve essere sottovalutato. Questi piccoli, ma significativi indicatori possono nascondere rischi per la salute e segnalare un’infestazione in atto. Attraverso questo articolo, ci proponiamo di guidarvi nel riconoscimento delle feci di topo e nell’analisi dei potenziali pericoli che possono comportare. Dal balcone alla cantina, dalla cucina al magazzino, le feci di topo possono trovarsi in diversi ambienti e presentarsi in varie forme, da fresche a secche. Il loro riconoscimento tempestivo è fondamentale per prevenire malattie e garantire la sicurezza degli spazi in cui viviamo e lavoriamo.
Il nostro obiettivo è fornirvi le informazioni necessarie per identificare tempestivamente un’infestazione e agire in modo informato, contribuendo a proteggere la vostra salute e quella dei vostri cari.
Quando si parla di salute pubblica e sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, la consapevolezza sulle feci di topo e i rischi che possono comportare è fondamentale. Le feci di topi non sono semplici segni di disordine o trascuratezza; rappresentano un serio problema di salute, in quanto veicoli di numerosi agenti patogeni. Questi escrementi, infatti, possono trasmettere malattie come la leptospirosi, la salmonellosi e il virus Hantavirus, patologie che possono avere conseguenze gravi per l’uomo.
Anche la presenza di cacca di topo secca può indicare un’infestazione in atto o precedente, richiedendo attenzione immediata. In particolare, trovare feci di topo sul balcone o in altre aree esterne può suggerire che i roditori stiano esplorando il perimetro in cerca di cibo o rifugio, aumentando il rischio di trasmissione di malattie.
La nostra salute e quella dei nostri cari dipende dalla capacità di mantenere gli ambienti puliti e sicuri, liberi da infestazioni. Attraverso la conoscenza e l’adozione di pratiche corrette di igiene, possiamo ridurre significativamente il rischio associato alle cacche di topo. È importante, inoltre, rivolgersi a professionisti del settore del pest control, come Biosistemi srl, che con la loro esperienza e competenza possono offrire soluzioni personalizzate e efficaci per il controllo dei roditori adottando un servizio di derattizzazione professionale ed efficace a risolvere la problematica.
Identificare correttamente le feci di topo è il primo passo fondamentale per affrontare una potenziale infestazione. Questi escrementi sono solitamente piccoli, con una lunghezza che varia da 3 a 6 mm, di forma allungata e con estremità appuntite, caratteristiche che li differenziano nettamente dai residui lasciati da altri animali domestici o infestanti. La cacca di topo fresca tende ad avere un colore scuro e una consistenza morbida, che con il passare del tempo diventa più chiara e secca, indicando la presenza di un’infestazione meno recente. Una distinzione importante da fare è quella tra le cacche di topo fresche e quelle secche, poiché indica l’attività recente dei roditori nell’area.
Immagine che rappresenta le feci di topo in un contesto aziendale
La presenza di feci di topo sul balcone o in altri spazi esterni ed interni non deve essere sottovalutata, poiché può segnalare un ingresso o un nido nelle vicinanze. È cruciale ispezionare regolarmente angoli nascosti, dietro elettrodomestici, armadietti, e aree di stoccaggio alimentare, posti preferiti dai topi per rifugiarsi e alimentarsi. Riconoscerne le feci non solo aiuta a identificare tempestivamente un problema di infestazione ma fornisce anche indicazioni preziose sulle possibili vie di accesso e sulle aree di maggiore attività dei roditori, consentendo di intervenire in modo mirato e efficace.
Riconoscere tempestivamente le cacca di topo secca e fresca è essenziale per la salute e la sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo. Un’infestazione non controllata può esporre a rischi significativi, inclusa la trasmissione di malattie pericolose. Pertanto, una volta identificate le feci, è importante adottare misure di pulizia adeguata e contattare professionisti del pest control per un intervento sicuro ed efficace.
La presenza di feci di topo negli ambienti domestici e lavorativi non è solo sgradevole, ma rappresenta anche un serio rischio per la salute. Questi piccoli escrementi possono essere vettori di numerosi agenti patogeni responsabili di malattie trasmissibili all’uomo. Tra le più note, troviamo la leptospirosi, una malattia batterica che si contrae attraverso il contatto con acqua o terreno contaminati dalle feci di questi roditori. Un’altra patologia da considerare è la salmonellosi, una forma di intossicazione alimentare che può verificarsi ingestendo alimenti contaminati da cacche di topo. Inoltre, le feci possono favorire la diffusione del virus Hantavirus, che causa febbri gravi, sindrome polmonare e insufficienza renale. È quindi di fondamentale importanza riconoscere i segnali di un’infestazione, come la presenza di cacca di topo secca o fresca, per intervenire tempestivamente e ridurre il rischio di esposizione a queste malattie.
La prevenzione e la gestione tempestiva dell’infestazione sono cruciali. L’adozione di buone pratiche di igiene, la pulizia regolare degli ambienti e la chiusura degli accessi potenziali per i topi sono passi fondamentali per minimizzare il rischio di contaminazione. In caso di sospetta infestazione, è imprescindibile rivolgersi a professionisti del pest control, capaci di identificare e eliminare la fonte del problema, garantendo così la sicurezza e il benessere negli spazi in cui viviamo e lavoriamo.
La gestione efficace della presenza di feci di topo è cruciale per mantenere ambienti sicuri e salubri. Quando si individuano cacche di topo in casa o in azienda, è essenziale adottare misure immediate per mitigare i rischi per la salute. La pulizia deve essere svolta con attenzione per evitare la dispersione di questi agenti nell’aria, che potrebbero essere inalati. Si raccomanda l’uso di guanti e mascherine per proteggersi durante la rimozione delle feci. Una soluzione di candeggina diluita o altri disinfettanti specifici può essere utilizzata per pulire le superfici contaminate, garantendo che l’area sia lasciata sicura e igienizzata.
Immagine della presenza di impronte di topi e roditori
Inoltre, la presenza di feci di topo sul balcone o in altri spazi esterni richiede un’attenzione particolare. Queste aree possono diventare punti di accesso per i roditori se non gestite correttamente. Assicurare la chiusura di buchi e crepe nelle pareti esterne e intorno alle finestre può prevenire ulteriori ingressi. La gestione dei rifiuti e la rimozione di fonti di cibo accessibili sono azioni fondamentali per diminuire l’attrattiva dell’ambiente per i topi.
La chiave per un controllo efficace dei roditori e la gestione delle loro tracce, come le feci di topo malattie, è la prevenzione. Collaborare con professionisti esperti in disinfestazioni, come il team di Biosistemi srl, può offrire una strategia completa e personalizzata per affrontare l’infestazione alla radice. La nostra esperienza in entomologia urbana ci permette di identificare accuratamente i punti critici e di intervenire in modo mirato, assicurando che il problema sia risolto in modo sicuro ed efficace. Ricordate: la prevenzione e l’intervento tempestivo sono fondamentali per proteggere la vostra salute e quella dei vostri spazi dall’impatto negativo delle feci di topi.
La prevenzione gioca un ruolo cruciale nel mantenere gli ambienti domestici e lavorativi liberi da topi e dalle loro nocive conseguenze. Un approccio proattivo non solo aiuta a proteggere la salute pubblica dalle malattie legate a questi roditori, ma contribuisce anche a preservare l’integrità delle strutture e la sicurezza degli alimenti. Per prevenire efficacemente le infestazioni di topi occorre sigillare tutti i possibili punti di ingresso, anche quelli apparentemente insignificanti, poiché i topi possono infilarsi attraverso aperture delle dimensioni di una moneta. Eliminare le fonti di cibo accessibili è altrettanto importante: conservare gli alimenti in contenitori ermetici e gestire i rifiuti in modo appropriato può ridurre significativamente l’attrattiva degli ambienti per i roditori.
Inoltre, mantenere puliti i giardini e gli spazi esterni, evitando accumuli di detriti o vegetazione fitta, può scongiurare la presenza di cacche di topo sul balcone e in altre aree residenziali. La consapevolezza e l’applicazione di queste pratiche preventive sono essenziali per garantire un ambiente sano e sicuro, libero da cacca di topo secca e dalle feci di topo malattie.
In Biosistemi srl, grazie alla nostra esperienza e specializzazione in entomologia urbana, ci impegniamo a offrire soluzioni efficaci e sicure per il controllo dei roditori, assicurando ambienti sani e liberi da infestazioni. Intervenire tempestivamente adottando delle corrette azioni di pest management e mitigazione può garantire la risoluzione della problematica prima che diventi un serio problema.
https://www.biosistemisrl.it/wp-content/uploads/2024/03/IMG_9180.jpeg15362048Simone Faggiana/wp-content/uploads/2020/01/BIOSISTEMI-logo.pngSimone Faggiana2024-03-09 10:42:152024-03-09 10:54:00Feci di Topo: Rischi e Malattie