Zecche: cosa sono e quali sono le malattie che possono trasmettere?

Le zecche sono artropodi, come gli insetti e i ragni. Sono parassiti molto importanti dal punto di vista sanitario, in quanto nutrendosi del sangue dei propri ospiti, possono trasmettere diverse zoonosi. Per zoonosi si intende una patologia trasmissibile da un animale all’uomo. Le zecche rappresentano degli importanti vettori di numerosi virus, batteri, e protozoi, in grado di determinare l’insorgenza di malattie, che possono rivelarsi anche gravi. In questo articolo, analizzeremo insieme cosa sono le zecche, cosa sono le zoonosi e faremo una panoramica delle principali malattie che questi aracnidi possono trasmettere all’uomo e agli animali domestici.

 

 

1) Identikit delle Zecche

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Le zecche sono artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi, diffuse in tutto il mondo. Imparentate con ragni e scorpioni, come questi animali posseggono 8 zampe e dispongono di cheliceri, appendici mandibolari tipiche degli aracnidi. Esistono circa 900 specie di zecche, di cui 36 specie, raccolte in 7 generi, si possono incontrare in Italia. Il ciclo biologico di questi animali si sviluppa attraverso 4 stadi, ovvero uovo, larva, ninfa, e adulto. Le zecche passano di stadio in stadio in seguito all’effettuazione di un pasto di sangue. Le zecche sono infatti degli ectoparassiti di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi, da cui succhiano il sangue per nutrirsi. Questo fatto rende le zecche degli animali importanti dal punto di vista sanitario in quanto possono trasmettere numerose malattie infettive. Le zecche non sono in grado di saltare né di volare, e per entrare in contatto con gli animali da parassitare si posizionano sugli steli di piante ed arbusti, aggrappandosi agli animali di passaggio quando questi entrano in contatto con le piante su cui stazionano.

2) Cosa si intende per zoonosi, serbatoio, patogeno e vettore?

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Le malattie che gli animali, e quindi anche le zecche, possono trasmettere all’uomo vengono definite zoonosi. Le zecche sono importanti vettori di queste malattie. Per vettore si intende un animale, solitamente un artropode che si nutre di sangue (ad esempio una zanzara, o, appunto, una zecca) che, pungendo il proprio ospite per succhiarne il sangue, gli trasmette l’agente patogeno che determinerà poi l’insorgenza della malattia. L’agente patogeno è definito come l’agente causale della malattia, e viene chiamato anche agente eziologico. Il vettore, però da dove acquisisce l’agente eziologico? In alcune specie animali, un patogeno può riprodursi e aumentare di molto a livello numerico, senza generalmente (ma non sempre) però causare sintomi significativi. Una specie animale che ospita grandi numeri di un patogeno viene detta serbatoio di tale patogeno. Roditori, ungulati, volpi e lepri sono rappresentano i principali serbatoi delle malattie trasmesse dalle zecche.

3) Quali sono le principali malattie trasmesse dalle zecche e che rischi comportano per l’uomo?

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Le zecche sono vettori di numerose patologie che possono mostrare anche gravi sintomi o addirittura risultare fatali per gli esseri umani e per gli animali domestici. Vediamo insieme le più rilevanti nel nostro Paese.

Encefalite da zecche 

Le zecche della famiglia Ixodidae sono i vettori di questa zoonosi, il cui agente eziologico è il virus dell’encefalite da zecche. Varie specie di topi e ratti, specialmente selvatiche, fungono da serbatoio per questo virus. Negli esseri umani, la malattia è caratterizzata da due fasi e può culminare in meningite, encefalite o meningoencefalite, arrivando a determinare la morte nell’1-2% dei casi.

Già presente nei paesi dell’Europa centrale e settentrionale, in Italia la patologia è stata diagnosticata per la prima volta nel 1994 in provincia di Belluno. Ad oggi, la malattia è diffusa in Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli e Lombardia. Esiste un vaccino, registrato in Italia con procedura di mutuo riconoscimento comunitario, in commercio nel nostro Paese dal 2006.

Malattia di Lyme

La malattia di Lyme o borreliosi è una patologia causata dal batterio Borrelia burgdorferi, trasmessa all’uomo da zecche infette. Varie specie di topi e ratti possono fungere da serbatoio per il batterio.

I sintomi iniziali della patologia consistono in infiammazione e comparsa di un eritema migrante, per poi evolversi, se la patologia non è sottoposta a trattamento, in artriti e problematiche al sistema nervoso e cardiocircolatorio. Nel nostro Paese la malattia è diffusa principalmente nella parte settentrionale, e il periodo in cui è presente il maggiore rischio di infezione è rappresentato dalla primavera e dall’autunno.

Febbre bottonosa del Mediterraneo

La febbre bottonosa del Mediterraneo appartiene all’insieme di malattie note come Rickettsiosi, ovvero febbri esantematiche il cui agenti eziologici sono i batteri del genere Rickettsia. La febbre bottonosa del Mediterraneo è causata dal batterio Rickettsia conorii (ma anche da altre specie) ed è caratterizzata da una sintomatologia simile a quella dell’influenza e dalla comparsa di papule sul corpo, pianta dei piedi e palmi delle mani comprese. La malattia è fatale nel 3% dei casi circa e le persone più a rischio sono quelle già dotate di condizioni di salute precarie. Rhipicephalus sanguineus, la zecca del cane, è il principale vettore delle Rickettsie che causano questa malattia.

Febbre ricorrente da zecche

Questa malattia è chiamata anche borreliosi ricorrente, in quanto l’agente eziologico è rappresentato da batteri del genere Borrelia. La febbre ricorrente da zecche è caratterizzata da sintomi simil-influenzali, con ricadute ogni 1-10 giorni; la letalità è bassa nei paesi di clima temperato ma raggiunge il 30% nel Medio Oriente. Una forma simile di malattia, veicolata dai pidocchi, è presente in alcune zone dell’Asia, in Africa ed in America del Sud. In Italia, casi sono stati segnalati nella provincia autonoma di Trento, in Friuli-Venezia Giulia, e in Puglia.

Tularemia

L’agente eziologico della Tularemia è il batterio Francisella tularensis. La patologia si può contrarre consumando carne poco cotta di animali infetti (es. lepri) oppure venendo punti da diversi artropodi, tra cui zecche. La tularemia si presenta spesso, ma non sempre, con un’ulcera localizzata nel luogo di ingresso del batterio, e si può presentare in diverse forme, quali cutanea o ulcero-ghiandolare, ghiandolare, oculo-ghiandolare, gastrointestinale, polmonare, setticemica o tifoidea. Le forme di tularemia che si verificano in seguito alla puntura di una zecca infetta sono quelle cutanee o ghiandolari. I sintomi includono il rigonfiamento doloroso dei linfonodi, febbre, malessere e possibilità di ulcerazione nel punto di ingresso del patogeno. La letalità va dal 15 al 30% nelle forme polmonari o tifoidee che non ricevono trattamento. In Italia sono stati riportati pochi casi di tularemia.

4) Come posso limitare e prevenire i rischi di farmi pungere da una zecca?

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In caso di escursioni in ambienti dove esiste il rischio di essere parassitati da una zecca, è buona norma mettere in atto una serie di accorgimenti. E’ meglio evitare di entrare in contatto con gli steli di erba a bordo sentiero o di entrare in zone di erba alta. E’ opportuno indossare pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe in modo da impedire alle zecche di pungere, e gli indumenti dovrebbero essere di colore chiaro, per permetterci di individuare le zecche che eventualmente si sono attaccate. Sugli animali domestici come cani e gatti, è buona pratica effettuare il trattamento con gli appositi prodotti repellenti. A fine escursione, controllarsi per la presenza di zecche, scuotere gli indumenti utilizzati prima di rientrare in casa, e poi lavarli.

 

5) Mi sono ritrovato una zecca addosso, cosa faccio?

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In caso di ritrovamento di una zecca, questa deve essere rimossa il più velocemente possibile per limitare il rischio di un’eventuale infezione. Questo perché la trasmissione di patogeni da parte delle zecche dipende dal tempo in cui rimane ancorata al corpo dell’ospite per alimentarsi, infatti solamente dopo alcune ore questa può rigurgitare eventuali patogeni.

Per rimuovere una zecca affondata nella nostra pelle, bisogna afferrarla con una pinzetta nel punto più vicino alla superficie della pelle. Una volta afferrata, questa va tirata cercando di ruotare leggermente le pinzette. In ogni caso, in farmacia si possono trovare estrattori commerciali di zecche, oppure ci si può rivolgere al medico di fiducia per la rimozione del parassita.

La zecca va maneggiata con guanti e non a mani nude, per evitare di venire in contatto con eventuali patogeni presenti. Una volta estratta, sarebbe ottimale conservare la zecca in etanolo diluito al 70% per permettere ad uno specialista un’identificazione morfologica e, in caso di insorgenza di sintomi nella persona punta, per ricercare agenti patogeni nel parassita. Il punto in cui la zecca si è ancorata va poi disinfettato. In caso di sintomi successivamente ad una puntura di zecca o alla frequentazione di un’area dove le zecche sono presenti, è bene contattare il proprio medico di fiducia.

Per rimuovere la zecca, non bisogna invece assolutamente applicarvi oli, grassi, alcol, benzina, ammoniaca, fumo di sigaretta, e oggetti arroventati! Questo comporterebbe solamente una forte fonte di stress per la zecca, che verrebbe stimolata a rigurgitare più materiale, aumentando quindi il rischio di contrarre un’infezione. 

 

6) Conclusioni

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Per i servizi di disinfestazione, Biosistemi si avvale solo di tecnici esperti, in gradi di fornire una corretta identificazione delle varie specie di invertebrati infestanti, come le zecche. Essere in grado di identificare le varie specie di invertebrati permette un approccio sostenibile, efficace e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. Se vuoi saperne di più sulle nostre attività di disinfestazione, puoi consultare questo articolo.